Le emozioni lavorano sia sulla mente che sul corpo, mettono in comunicazioni questi due elementi, ci forniscono informazioni importanti, ci aiutano a sopravvivere, ad entrare in contatto con gli altri e con gli avvenimenti della vita, ci comunicano i nostri bisogni e ci orientano nella giusta strada per raggiungerli.
Perché, sostiene Goleman, l’intelligenza non è tutto.
A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l’autocontrollo, l’empatia e l’attenzione agli altri: in breve, l’intelligenza emotiva.
In una società dove si dà sempre più importanza alla dimensione del corpo piuttosto che di quella della nostra mente, è importante dedicare un pò del nostro tempo al tema delle emozioni.
Perché le emozioni sono così importanti?
Abbiamo bisogno delle emozioni perché rappresentano un ponte tra mente e corpo.
E’ curioso, ma la maggior parte di noi si prende cura del proprio fisico e poco della propria mente. Nel quotidiano andiamo dal parrucchiere, dall’estetista, in palestra, tutte cose che ci fanno bene, ma poco ci preoccupiamo della nostra mente.
La salute mentale è comunque sempre in secondo piano rispetto a quella fisica. Ma noi abbiamo bisogno anche delle nostre emozioni, di saperle comprendere e ascoltare, per stare al mondo, ossia per esprimere di volta in volta il nostro rapporto con le diverse situazioni del mondo.
Dobbiamo imparare quindi a prenderci cura delle nostre emozioni, avere la curiosità di conoscerle, parlare di loro, mostrarle ed accettarle anche quando sono spiacevoli perché condizionano i nostri comportamenti.
Dobbiamo fare un passo dentro le emozioni invece di tenersene alla larga perchè fanno soffrire, accettarle come parte di noi invece che combatterle o reprimerle.
Già Daniel Goleman, psicologo e giornalista scientifico del “New York Times”, nel 1995 rivoluzionò il concetto di QI quoziente intellettivo, con il rivoluzionario concetto di Intelligenza Emotiva.
L’intelligenza non si riduce al suo aspetto relazionale.
Non basta sviluppare le competenze logiche e cognitive per trovarsi a proprio agio nel mondo, con sé e con gli altri. Sviluppare l’autocontrollo, imparare a gestire i sentimenti negativi, coltivare la resilienza, impadronirsi dell’alfabeto degli affetti. In poche parole ottimismo, empatia, cura, relazione sono le parole chiave di una visione molto più ampia dell’intelligenza, che dà finalmente alle competenze del cuore il ruolo dovuto.
Molti miei colleghi mi chiedono come la psicologia e l’intelligenza emotiva sia collegato al nostro lavoro di consulenti immobiliari.
Nella misura in cui le emozioni intralciano o potenziano la nostra capacità di pensare, di risolvere problemi, di sottoporci ad un addestramento in vista di un obiettivo lontano, e altre ancora, esse non fanno che definire i limiti della nostra capacità di usare abilità mentali innate, e pertanto determinano il nostro successo nella vita.
Ancora, nella misura in cui le nostre azioni sono motivate da sentimenti di entusiasmo e di piacere – o anche da un grado ottimale di ansia – sono proprio tali sentimenti a spingerci verso la realizzazione.
In questo senso, l’intelligenza emotiva è una abilità fondamentale che influenza profondamente tutte le altre, di volta in volta facilitandone l’espressione, o interferendo con esse.
Anche l’empatia si basa sull’autoconsapevolezza; quanto più aperti siamo verso le nostre emozioni, tanto più abili saremo nel leggere i sentimenti altrui. In qualunque tipo di rapporto, la radice dell’interesse per l’altro sta nell’entrare in sintonia emozionale, nella capacità di essere empatici. Questa capacità, che ci consente di sapere come si sente un altro essere umano, entra in gioco in moltissime situazioni, da quelle tipiche della vita professionale – si pensi alle nostre giornate lavorative con i clienti come consulenti o venditori – ma anche quelle dei dirigenti – o quelle nella vita privata.
Raramente le emozioni dell’individuo vengono verbalizzate; molto spesso esse sono espresse attraverso altri segni.
La chiave per comprendere i sentimenti altrui sta nella capacità di leggere i messaggi che viaggiano su canali di comunicazione non verbale, il non detto come si suol dire.
In conclusione, si tratta di riuscire ad entrare in sintonia con l’altro.
Riferimenti Bibliografici
Cousin G., D. Page, (2017). Il benessere emotiv. Conquistarlo in nove passi con la mindfulness.Tecniche Nuove, Milano.
Ekman P. (2008). Te lo leggo in faccia riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste. Edizioni Amrita, Torino.
Goleman D., (1996). Intelligenza Emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici. R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.a., Milano.
Knight S., (2014). PNL al lavoro. Manuale completo di tecniche per la tua crescita professionale e personale. Unicomunicazione srl, Milano.
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